Avvocati, giudici e parlamentari a confronto per una giustizia più equa

Da la Voce di Asti.

Figura anche l’avvocato astigiano Luigi Florio tra i relatori del convegno nazionale “Torino Liberal Forum 2023”, dedicato alla memoria di Enzo Tortora, che si svolgerà il 17 e 18 marzo presso il NH Hotel di corso Vittorio Emanuele a Torino.

Nell’ambito dell’evento – incentrato sul tema “Una riforma liberale della giustizia e le battaglie per i diritti di libertà” – Florio parlerà, durante il seminario d’apertura, del ruolo dell’avvocato e della regolamentazione dei rapporti tra magistrati e avvocati.

Con lui prenderanno parte al seminario gli avvocati torinesi Fulvio Gianaria (“Tratti illiberali della giustizia italiana”) e Roberto Capua, quest’ultimo presidente della Camera Penale del Piemonte e della Valle d’Aosta (“La separazione delle carriere dei magistrati”), nonché Francesca Scopelliti, compagna di Tortora e presidente della Fondazione Enzo Tortora (“Giustizia giusta”)

Tra gli altri relatori che parteciperanno alla due giorni di lavori figurano poi Elisabetta Zamparutti dell’Associazione “Nessuno tocchi Caino”, il docente dell’Università Bocconi Alessandro De Nicola e i parlamentari Enrico Costa (Azione), Roberto Giachetti (Italia Viva) e Riccardo Magi (+ Europa).

L’evento segue i precedenti convegni del “Liberal Forum” sull’economia, l’ambiente e il welfare a Milano e sulla sanità, la famiglia e l’immigrazione a Matera. 

Caso Tortora, il Liberal Forum lo ricorda a distanza di quarant’anni

Da mondoeconomico.eu, di Chiara Caratto,

«Una riforma liberale della giustizia e le battaglie per i diritti di libertà». In ricordo di Enzo Tortora. È il titolo della due giorni organizzata a Torino da Liberal Forum, i prossimi 17 e 18 marzo, nel capoluogo piemontese. Un momento di riflessione sui temi della giustizia da uno prospettiva liberale, in particolar modo della giustizia penale, delle nuove libertà ma anche l’occasione a 40 anni dall’inizio del caso Tortora di quella che rappresentò una delle pagine più buie della giustizia italiana.

«Un caso emblematico di indecente gestione della giustizia in Italia. Un caso drammatico purtroppo che può ripresentarsi anche ai giorni nostri», sottolinea l’avvocato Andrea Bitetto di Trieste, membro del Direttivo e del Comitato Scientifico del Liberal Forum.

L’incontro di Torino sarà il terzo, dopo quelli di Milano di dicembre e Matera del giugno scorso, organizzati dal Liberal Forum, “associazione che mette insieme una parte del variegato mondo liberale, oggetto negli ultimi 30 anni, di diverse frammentazioni”. «L’obiettivo – spiega l’avvocato Bitetto – è organizzare alcune iniziative su diversi temi, dall’economia, alle politiche energetiche, alle autonomie territoriali, per cercare di riaggregare attorno a questa sigla del Liberal Forum anche una dimensione di proposta ed approfondimento culturale e, sostanzialmente, prodromica, ad una partecipazione anche più politica. Il Liberal Forum – aggiunge – è in contatto con la costituente Liberal-Democratica, riunitasi a Milano, nel gennaio scorso, che dovrebbe essere la componente liberale del cosiddetto nascente Terzo Polo. È l’espressione di un certo fermento, che è presente tra chi si oppone all’attuale maggioranza di governo da posizioni liberali, profondamente laiche, coerentemente garantiste».

L’appuntamento di Torino, dunque, sarà concentrato sui temi della giustizia, in un momento in cui si evidenzia «il tentativo di estendere il diritto penale di fronte ad ogni condotta, la continua propensione alla ‘funzione simbolico espressiva della sanzione penale».

Si pensi alla forte tendenza al ricorso alle misure di prevenzione, per mezzo delle quali viene operato un indiretto e illegittimo governo dell’economia e della pubblica amministrazione, o come nella responsabilità degli Enti, nei reati di pericolo, ambiti in cui vi è una sorta di ritorno allo status, perché la colpa viene associata al suolo sociale, alla tipologia di attività anziché al concreto fatto. «È una tendenza veramente perniciosa – dice ancora Andrea Bitetto – perchè rende ingestibile anche l’accertamento dei fatti che hanno concretamente una gravità da imporre il ricorso alla sanzione penale, tanto che ci si trova in una situazione in cui la macchina è inceppata da una miriade di nuove ipotesi di reato, create per dare la sensazione all’opinione pubblica che c’è da parte del decisore pubblico la volontà di punire certi comportamenti, che in realtà erano già puniti secondo le norme esistenti».

«È un tema di grande attualità: nella corrente quotidianità politica c’è questa strana schizofrenia: con un ministro, che ha sempre rivendicato patenti di grande garantismo costretto ad inseguire una maggioranza che, invece, esprime forti pulsioni sanzionatorie per non dire giustizialiste. Pulsioni che sono diffuse nello scenario politico tante nell’attuale maggioranza che in una parte consistente di alcune delle opposizioni parlamentari».

Nella giornata del 17 marzo, dopo l’introduzione di Attilio Bastianini, si parlera’ di “Una riforma liberale della giustizia” con Gianmarco Brenelli, avvocato e vice presidente Liberal Forum, Fulvio Gianaria, Roberto Capra, presidente della Camera Penale di Torino, Luigi Florio e Francesca Scopelliti, presidente Fondazione “Enzo Tortora”.

A seguire il seminario su “Rispetto dei diritti dell’indagato, dell’imputato e della persona condannata” con Andrea Bitetto, Emilia Rossi, Luca Dalla Torre, Fabio Ghiberti, Elisabetta Zamparutti, Andrea Ciardi, Mario Ancona, Alberico Majatico, Gabriele Vogliotti e Giovanna D’Adamo. Ultimo panel della giornata, il seminario “I diritti di libertà e le battaglie dei liberali” con Tullio Monti, Marco Taradash, Giulio Ercolessi, Filomena Gallo, Enzo Cucco e Rita Giannini.

A chiusura della giornata l’incontro con Francesca Scopelliti e Beppe Facchetti, nel corso del quale si parlerà del libro di Enzo Tortora “Lettere a Francesca”. «Dopo 40 anni – incalza Andrea Bitetto – è importante continuare a parlare di un caso così emblematico. Se si pensa alle parole della Procura della Repubblica che parlò di “cinico mercante di morte”, alle riprese di quest’uomo, di un uomo perbene con i ceppi ai polsi. Un caso di malagiustizia importantissimo che poi determinò il mondo politico sia con il tentativo referendario di istituire la responsabilità civile dei magistrati, sia perchè fu l’acceleratore della riforma del processo penale. Il Codice Vassalli del 1988, entrato in vigore nel 1989, ricevette una fortissima spinta da quella triste vicenda giudiziaria. Il problema è che tutti i profili innovativi del Codice Vassalli sono stati poi, via via, rosicchiati negli anni, ed è stato smontato in molte delle sue componenti garantiste».

Ma quale sarà la proposta di queste due giornate di dibattito? «Fedeli al motto einaudiano “conoscere per deliberare”, partiremo con una linea interpretativa, ma la sintesi arriverà alla fine, sulla base dei tavoli di lavoro, che verranno fatti. Quello che noi ci auguriamo è un tornare alla Costituzione nel senso profondo del termine. Rispetto profondo della presunzione di non colpevolezza, netta contrarietà ai trattamenti disumani e degradanti, a partire dalla situazione detentiva degli istituti di pena italiani veramente indecente».

Nella mattinata di sabato 18 marzo, dopo la presentazione dei lavori dei seminari, Roberto Giachetti, Enrico Costa, Riccardo Magi si confronteranno sul tema di una riforma liberale della giustizia. A seguire il dibattito conclusivo con  il presidente del Centro Einaudi Beppe Facchetti, del Centro Pannunzio Pier Franco Quaglieni, Alessandro De Nicola dell’Associazione Lib Dem, Mauro Antonetti e Maura Manghi, vice presidenti Liberal Forum, Attilio Bastianini, Paola Barbero, Francesca Scopelliti, Alberto De Bernardi, presidente Fondazione PER, Diana Severati di Alde, Orazio Celeste del Movimento Buona Destra, Luigi Tardella e Nicolo’ Compostella.

«Cercheremo di stabilire un po’ quello che deve essere un approccio liberale in tema di giustizia – conclude l’avvocato Bitetto – senza dimenticare un tema come quello delle nuove libertà a partire da scelta ed orientamento sessuale, eutanasia o anche il rapporto scuola pubblica/scuola privata. Io preferisco chiamarle nuove libertà anziché nuovi diritti. La libertà è uno spazio in cui rivendico la assoluta non interferenza degli altri e lo preferisco al diritto di rivendicare qualcosa».

Il Forum dei Liberali che vogliono salvarci dal baratro sovranista

Da Linkiesta, di Beppe Facchetti

Notoriamente capaci di avere cinque posizioni diverse anche quando sono quattro gatti, terminata la Prima Repubblica, i liberali si sono dispersi in tutte le direzioni, da destra a sinistra.

Dando vita a qualche velleitario partitino o più spesso coltivando il proprio individualismo, li abbiamo ritrovati un po’ ovunque da quando si sciolsero nel 1993 nei gelidi saloni dell’Ergife.

La gran parte si ritirò sdegnosamente, ma molti migrarono nella prima Forza Italia (quella dei liberali di massa), occupando ruoli inizialmente prestigiosi, poi sempre più marginali. Altri furono ospitati nel Patto Segni, nella Margherita e infine nel Partito democratico, nelle cui fila Valerio Zanone ha fatto una legislatura al Senato ed è stato anche redattore del Manifesto dei Valori.

Già parlamentare liberale, Andrea Marcucci, ha addirittura guidato i senatori dem fino a pochi mesi fa, quando l’ineffabile Enrico Letta scoprì con raccapriccio che il senatore lucchese era di genere maschile e gli fece pagare lo scotto, mandandolo addirittura a sbattere in un collegio scomodo, non in quelli blindati, regalati agli esterni con la signorilità autolesionistica tipica dell’ultimo Partito democratico.

Non sono comunque mancate presenze nella Lega e anche, con il prestigio di un filosofo crociano napoletano, il prof. Ernesto Paolozzi, nell’estrema sinistra.

Ultimamente, per non farsi mancare nulla, intellettuali di lungo corso liberale – per la verità non ex Partito Liberale – sono entrati in Parlamento a cercare di nobilitare le tradizioni un po’ così così dei Fratelli d’Italia.

A memoria di chi scrive non risultano adesioni ai Cinquestelle. Il Dna, talora un po’ arrugginito, in questo caso ha reagito con i suoi bravi anticorpi.

Fa dunque notizia il fatto che questi liberali sparpagliati stiano tentando una riunificazione. Si troveranno infatti a Milano, provenienti da tutta Italia, domani e dopodomani sotto le insegne del “Liberal Forum” (dalle 14,30 al Centro Congressi Fast di Piazzale Morandi, con cena al Cavour, guarda caso).

Un Forum nato a giugno in un convegno un po’ periferico, addirittura a Matera. Il promotore, Pietro Ruggi, un giovane avvocato materano che aveva lasciato da tempo l’illusione di Forza Italia, ha convinto molti esponenti del vecchio Partito Liberale ad una faticosa ma gratificante trasferta in Basilicata.

È stato un successo e, quando, poco dopo, la situazione politica è precipitata, i “liberali” berlusconiani hanno buttato giù Draghi e ridotto se stessi a corifei di Giorgia Meloni e pari grado di Matteo Salvini, quelli di Matera hanno deciso che forse era ora di fare sul serio, e organizzarsi, anche se la cosa continua ad essere un po’ contronatura.

Li vedremo venerdì e sabato all’opera, impegnati il primo giorno in una serie di tavoli programmatici, una specie di piccola Leopolda su economia, energia, giovani e lavoro. Poi sabato mattina, caleranno le carte della politica.

Non più la finzione dei liberali che osservano, giudicano, commentano, ma non entrano in politica perché troppo lontani da tutti. Ma liberali che vogliono dare una mano a chi può salvare un Paese che con Draghi stava quasi per riagguantare un ruolo protagonista in Europa ma che alle elezioni sembra anacronisticamente aver scoperto il sovranismo in tempi di urgenza europea.

I documenti che saranno presentati sabato ai partecipanti distinguono accuratamente tra contenuti e schieramenti.

Quello sui contenuti, predisposto da due ormai attempati ex segretari nazionali della Gioventù Liberale, pone le condizioni base per stabilire le future alleanze. C’è una specie di decalogo che tocca alcuni nodi sensibili, che devono servire a selezionare gli interlocutori.

Se, come si legge, sono prioritarie questioni come il garantismo, i diritti civili, la laicità dello Stato; se sull’Europa la scelta è federale e non, alla Meloni, confederale, è chiaro che la selezione è orientata. Sullo stato di diritto non si fanno sconti, sui conflitti di interesse non si transige. Facile capire che non vi è spazio per le ambiguità di tanti sedicenti liberali.

Non sarà un Amarcord, ma una scelta politica. Qualche amico di un tempo non è stato invitato, perché in questi anni il termine liberale è stato davvero troppo strapazzato. Un po’, va detto, come il termine socialista, e infatti nel documento del Forum si lamenta il fatto che questi due grandi filoni di pensiero siano stati penalizzati nell’Italia che contemporaneamente è stata quella del declino, del debito, della scarsa produttività, della non crescita, fino a incoraggiare populismo e sovranismo.

Non è un mistero che i partecipanti – che hanno finanziato l’iniziativa di tasca propria – abbiano simpatia per il Terzo Polo, ma nulla è scontato, perché i liberali hanno anche il difetto di essere esigenti.

Per ora, Calenda e Renzi sono stati solo informati. Verso Più Europa c’è molta attenzione, ma Marco Taradash si è arrabbiato perché questi liberali un po’ schizzinosi non lo hanno previsto alla tribuna e vogliono prima capire meglio cosa accade nella ex (?) casa radicale.

Sarà presente Alessandro De Nicola, che da tempo sta lavorando per mettere insieme i liberali, ma soprattutto ci sarà Sandro Gozi, perché la prospettiva vera del Forum è quella di Renew Europe e non mancheranno i saluti dell’Alde e quelli di Graham Watson, il liberale inglese a lungo leader europeo.
Tutti segnali che vanno in una direzione: dare contenuti liberali a un sistema politico italiano che ha visto troppi liberali fasulli avvicendarsi in questi anni sotto bandiere improbabili.

Non a caso, alcuni gruppi di liberali non ex Partito Liberale perché composti da giovani nati dopo la caduta del muro di Berlino o addirittura già nella Terza Repubblica, saranno presenti alla convention milanese come osservatori interessati.

La due giorni si concluderà discutendo e votando un documento politico. Nella bozza circolante è richiesto di aprire un dialogo operativo con Calenda, Renzi e Della Vedova.

A farsene interprete, sarà un’associazione intitolata “Forum Liberale”, che verrà costituita, con tanto di notaio, alla chiusura dell’evento.

Che sia la volta buona per vedere in campo non solo l’evocazione di un liberalismo astratto e spesso immaginario, ma la sua effettiva concretizzazione?


Liberali: da venerdì a Milano ‘Liberal Forum’ per costruire casa comune nel Terzo Polo

Da lasvolta.it

La due giorni, che aprirà i lavori venerdì pomeriggio dalle 14 alle 19, con tre sessioni che si svilupperanno in contemporanea, si concluderà sabato 3 dicembre con l’assemblea plenaria e la presentazione del ‘decalogo politico di liberalismo’. Economia, ambiente e welfare saranno i focus della prima giornata su cui le tre sessioni di lavoro proveranno a elaborare una linea di sviluppo di cui saranno presentati i risultati nella giornata conclusiva di sabato: politiche economiche, politiche energetiche ed ambientali e welfare giovanile e politiche del lavoro. Nella prima giornata, tra gli altri, interverranno l’ex ministra del Lavoro, Elsa Fornero, la deputata e vicepresidente di Azione, Giulia Pastorella e Alessia Cappello, assessora milanese allo Sviluppo economico e Politiche del lavoro di Italia Viva.

‘Il ruolo dei liberali nell’attuale quadro politico italiano’ è invece il focus della sessione plenaria di sabato 3 dicembre dalle 9.30 alle 13.30 che vedrà, tra gli altri interventi di esponenti del mondo liberale, quelli dell’europarlamentare Sandro Gozi e di Simona Viola, già presidente di +Europa, oggi nella segreteria politica del partito. Liberal Forum si concluderà con l’assemblea costituente dell’Associazione, proponendosi da un lato di diffondere la cultura liberal-democratica e dall’altro di costruire una casa politica, allargata e accogliente, dove aggregare tutte le forze politiche, da quelle del liberalismo classico alle altre di ispirazione liberal-riformista, intorno al Terzo Polo.

La speranza del Matera Liberal Forum

Il 10 e 11 giugno 2022 si è svolto a Matera “Il Matera Liberal Forum 2022” , manifestazione di liberali italiani ed europei, organizzata dall’associazione Liberal Forum.
La manifestazione, a partecipazione individuale e senza la presenza di sigle partitiche, ha visto la presenza di oltre 300 persone provenienti dall’Italia e da tutte gli stati europei, riuniti sotto il motto: “Let’s say something liberal” (Diciamo qualcosa di liberale). Data la consistente presenza di relatori e partecipanti stranieri, è stato fornito un servizio di traduzione simultanea italiano/inglese/italiano.
L’evento non è organizzato in una prospettiva elettorale o con un intento elettorale, ma è stato esclusivamente un’occasione di dibattito e confronto tra liberali italiani ed europei su temi di assoluto attuale interesse.
L’evento si è articolato in una serie di tavole rotonde e successivi dibattiti sui seguenti argomenti:
a) sicurezza sanitaria e libertà personale
b) l’anticonformismo liberale in tema di tutela della vita e della famiglia
c) la risposta liberale ai problemi dell’immigrazione, dell’accoglienza e dell’integrazione.

Al termine delle tavole rotonde si è svolta una cerimonia per ricordare i cento anni dalla costituzione del Partito Liberale Italiano, nel corso della quale è stato presentato il libro dell’on. Stefano de Luca, attuale presidente del PLI, “Cento anni di storia del P.L.I”.

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